Sono passati due anni da quando nei laboratori di analisi  si è iniziato ad eseguire test di intolleranze alimentari con  metodiche di tipo Elisa.

E’ stato effettuato uno studio da parte di alcuni ricercatori su un campione della popolazione locale di 116 persone , sia uomini che donne, che però comunque accusavano dei disturbi annoverabili come gonfiore soprattutto addominale, senso di pesantezza e stanchezza specie dopo i pasti, cefalea e dermatiti refrattarie ai  trattamenti.

Su questo campione di popolazione 13 persone sono risultate negative a tutti gli alimenti esaminati.

L’intolleranza più diffusa è risultata quella al latte di mucca che ha colpito il 63% dei campioni esaminati, seguita dall’intolleranza al frumento che ha colpito il 50% delle persone.

Si riportano qui sotto i dati esaminati:

ALIMENTO POSITIVI (intolleranti) Percentuale positivi( su 116 campioni)
Latte di mucca

74

63,8
Latte di pecora, capra e cavalla

54

46,6
Bue, maiale e pollo

7

6
Uovo di gallina

22

19
Lievito

11

9,5
Soia

15

12,9
Riso

6

5,2
Crostacei e molluschi

13

11,2
Tonno

2

1,7
Frumento

58

50
Nocciole e mandorle

35

30,2
Pomodoro

16

13,8
Arancia

33

28,4
Campioni negativi a tutti gli alimenti testati

13

11,2

Alla luce dei risultati si possono fare alcune osservazioni:

  • L’alta percentuale di positività è influenzata dal fatto che il campione di popolazione esaminato si trovava in una fascia di sovrappeso/obesità;
  • I cibi che più frequentemente hanno dato intolleranza sono quelli spesso presenti in molti cibi anche a nostra insaputa: vedi i salumi che contengono glutine (proteina del frumento) e lattosio (zucchero presente nel latte). I maiali negli allevamenti spesso sono nutriti con gli scarti della lavorazione del latte. Alcuni cibi contengono glutine come addensante. Persino il Kebab ora di moda come fast food contiene farine spesso a base di soia o di frumento.
  • Il frumento ed il latte sono presenti in tutti i prodotti da forno (biscotti, pan carrè, focacce, dolci) che sono gli alimenti più consumati nella nostra società.
  • Il frumento che noi consumiamo in Italia proviene quasi tutto dagli Stati Uniti, mentre il nostro viene esportato per motivi di natura economica soprattutto verso il Canada. Il frumento americano ha una quota diversa di glutine, spesso superiore (anche di 4 volte) a quella del grano nostrale. Questa potrebbe essere una causa dell’aumento dell’intolleranza verso questo alimento . Un’altra potrebbe essere che geneticamente ( poiché i nostri geni sono quelli dei nostri progenitori) siamo abituati ad un altro tipo di grano, cioè quello prodotto in Italia.
  • Il latte viene prodotto da mucche selezionate che sono in grado di fornire molti litri di latte al giorno alle aziende produttrici. Un tempo esse producevano quantità modeste di latte, e questo risultava più ricco di molti componenti, in particolare di acidi grassi insaturi adesso quasi assenti in questa bevanda. Questi acidi grassi insaturi, in particolare l’acido linoleico sono in grado di esercitare una protezione a livello anche dell’epidermide.
  • Un’alimentazione ricca di proteine in particolare del latte e di farine raffinate favorisce lo sviluppo della resistenza insulinica ; alti livelli di insulina da recenti ricerche sembrano associati alla proliferazione delle cellule tumorali.

A questo punto le conclusioni che potremmo trarre sono le seguenti:

In ogni caso è bene non abusare di nessun tipo di alimento e se si consuma il latte non consumarlo quotidianamente.

Per quanto riguarda il frumento cercare di effettuare una rotazione di questo cereale con altri (riso integrale,mais,avena, orzo) per evitare di andare incontro ad intolleranze.